di Andrea Salustri – Comitato Mura Latine
Nei primi mesi del 2020 la società globale ha assistito, pressochè inerme, alla rapida ed inaspettata diffusione della pandemia di Covid-19. In Italia, ciò ha portato, fin dai primi mesi del 2020, all’adozione di misure di distanziamento sociale e al primo di una serie di lockdown, le cui piene conseguenze economiche e sociali sono ancora tutte da valutare. Nell’immediato, le misure restrittive adottate per contenere il diffondersi della pandemia hanno comportato, per buona parte degli ultimi due anni, la chiusura delle sale cinematografiche, generando perdite senza precedenti per un settore che già non stava attraversando uno dei suoi momenti migliori. Da un lato, i lavoratori hanno fatto i conti con licenziamenti, riduzioni dell’orario di lavoro e periodi di cassa integrazione. Dall’altro, i proprietari delle sale cinematografiche hanno dovuto adeguare gli ambienti interni alle normative vigenti in materia di distanziamento sociale, rinunciando, così, anche in caso di riapertura, ad un’ampia quota della capienza disponibile.
Non è, dunque, un caso che la riapertura del Cinema Trianon a Roma, avvenuta, inizialmente, per soli tre giorni a fine aprile 2021, abbia generato un forte entusiasmo tra i residenti del quartiere. La riapertura, collegata all’uscita del nuovo film di Carlo Verdone “Si vive una volta sola”, ha consentito, oltre ad apprezzare la qualità del film, di risperimentare il fascino del grande schermo ed un senso di continuità tra il pre- ed il post- Covid che lascia ben sperare per il futuro. Il Cinema Trianon, del resto, è una delle poche sale cinematografiche del Municipio VII, insieme all’Atlantic, sopravvissute ad una crisi del settore iniziata molto prima dello scoppio della pandemia ed è oggi un tassello importante della vita culturale dei quartieri Appio Latino e Tuscolano.
È appena il caso di ricordare come, priva dell’avvento di Cinecittà, era l’Appio Latino il quartiere che, da circa vent’anni, ospitava sedi importanti dell’industria cinematografica dell’Urbe. Senza pretese di esaustività, basta ricordare la Cines, presente nel quartiere fin dal 1906 nei pressi di Porta San Giovanni, gli stabilimenti della Caesar edificati a Circonvallazione Appia nel 1914, e poi acquisiti dalla Scalera film e dalla Titanus Appia, prima di essere demoliti verso la fine degli anni Sessanta per far posto all’edilizia residenziale. Un’altra “parabola” rilevante è quella del Cinema Airone, la cui struttura, costruita negli anni Cinquanta in via Lidia, diventa discoteca negli anni Settanta ed oggi versa in grave stato di abbandono. Casi simili sono quelli vissuti in epoca più recente dal Maestoso, dal Paris e da numerose altre sale cinematografiche che nel tempo hanno chiuso i battenti e non sono state oggetto di progetti di rigenerazione urbana. Ad oggi, tali strutture versano in uno stato di abbandono che non rende giustizia al ruolo di primo piano che esse hanno avuto nel contribuire allo sviluppo culturale e sociale del quartiere e dei suoi residenti.
In questa prospettiva, il progetto “Cinema alle Mura” del Comitato Mura Latine, giunto alla sua terza edizione, assume un carattere di assoluta rilevanza, in quanto rivisita nell’ottica del “fare comunità” l’essere spettatori di una proiezione su grande schermo. Questo “modus operandi” offre al cinema una seconda vita in un periodo in cui le sale cinematografiche, dall’essere tra i principali attori di una rivoluzione tecnologica (quella della cellulosa prima e del digitale poi), sono oggi considerate “vintage” per via del rapido diffondersi di nuove modalità di fruizione delle opere cinematografiche prevalentemente legate al (non più tanto) “piccolo schermo” domestico. Dunque, mentre il Cinema Trianon è oggi la sala cinematografica più vicina al centro città lungo l’asse Appio-Tuscolano, il Comitato Mura Latine riscopre le memorie del quartiere Appio Latino ed offre una interessante rilettura del cinema, all’aperto (quindi sicura) e nel suggestivo scenario offerto dal parco lineare integrato delle Mura Aureliane (peraltro, manutenuto da anni dallo stesso Comitato). Si inverte, così, in un quartiere che quest’anno compie cent’anni, la relazione tra tradizione e innovazione, in quanto è proprio la storia a diventare fonte di ispirazione per la ricerca di nuove forme di sviluppo locale e di benessere sociale e culturale. L’innovazione di cui il quartiere è stato protagonista nell’ultimo secolo diviene, invece, un importante serbatoio al quale attingere per valorizzare l’identità locale nell’ambito di pratiche di comunità, percorsi di rigenerazione urbana e forme di welfare di prossimità destinate a soddisfare i bisogni di una platea sempre più consistente di anziani.
Si tratta, in ogni caso, di una modalità di fruizione delle opere cinematografiche che non si pone in competizione con l’attività delle sale cinematografiche, in quanto è prevalentemente legata a proiezioni d’essai. In questa prospettiva, le arene di quartiere possono contribuire a riaccendere negli spettatori la passione per il grande schermo, inducendo i residenti del quartiere a fruire delle sale cinematografiche attive nel Municipio e più in generale a Roma per non perdere le nuove proposte. Si tratta, inoltre, di un’iniziativa facilmente replicabile in altre aree strategiche del quartiere e della città, oggi per lo più aventi carattere residenziale. Una residenzialità, però, che a fronte di una vita sempre più liquida, rischia di non produrre relazioni di comunità in grado di contribuire al benessere degli individui, soprattutto se si considera una prospettiva intergenerazionale ed interculturale. Invece, l’esperienza del Cinema alle Mura, che ha riempito l’“arena” del parco delle Mura Aureliane per poi estendersi all’area emergente della Romanina, situata al polo opposto del Municipio VII, dimostra come una rivisitazione delle esperienze cinematografiche che accompagnano il quartiere fin dalla sua nascita possa consolidarsi nello sviluppo di memorie collettive in grado di fare da collante tra i residenti, superando le barriere generazionali e culturali. Le pellicole proiettate, infatti, avevano come target i bambini, le famiglie, gli anziani e gli stranieri, ma di fatto in tutti i casi citati hanno attratto una platea molto eterogenea che includeva individui appartenenti a tutti i gruppi sociali considerati.
Inoltre, il Cinema alle Mura ha fatto da volano ad ulteriori attività, tra le quali una serie di incontri con registi e attori, e numerose attività al contorno che hanno coinvolto artisti e valorizzato gli elementi di pregio del quartiere, contribuendo a promuovere la cultura locale. Il cinema, dunque, dimostra ancora una volta di essere in grado di attrarre un vasto pubblico e questa sua caratteristica può essere valorizzata, anche in via strumentale, per fare comunità e rigenerare le aree urbane in abbandono o che versano in uno stato di degrado, ma anche le stesse istituzioni culturali. Esempi di rigenerazione “dal basso” di istituzioni culturali a Roma non mancano: celebre, ad esempio, è l’esperienza di autogestione del Teatro Valle, così come il caso esemplare dell’occupazione del Cinema America di Trastevere. Quest’ultimo viene salvato dalla demolizione nel 2012 da un collettivo di amici che ne promuove l’autogestione. Qualche anno dopo, i ragazzi del Cinema America fondano il Cinema in Piazza, un’associazione mediante la quale organizzano numerose arene estive gratuite e all’aperto, facendo del cinema d’essai un bene comune urbano inclusivo e partecipato, in grado di rigenerare le relazioni di comunità nei quartieri della capitale. L’ultimo successo del collettivo è la riapertura della sala Troisi, sempre a Trastevere, che oggi costituisce uno spazio culturale inclusivo e di vitale importanza per il quartiere.
Chissà che tra il Cinema Trianon ed il Comitato Mura Latine non si possa creare, nel tempo, una proficua sinergia in grado di suscitare un nuovo interesse per il grande schermo a partire dalla dimensione locale del quartiere Appio Latino, senza per questo escludere avventure più ambiziose nell’ambito del Municipio VII (come ad es. la riqualificazione del Cinema Maestoso) e, più in generale, del territorio di Roma Capitale. Quella che oggi è un’idea, forse un po’ surreale rispetto al contesto di profondo disagio sociale alimentato dalla pandemia, potrebbe essere sviluppata attingendo all’esperienza e coinvolgendo attori che nello scorso decennio hanno già dimostrato la fattibilità di tali iniziative. I ragazzi del Cinema America sono sicuramente un interlocutore importante al quale fare riferimento, ed un’esplorazione che vada oltre i confini del quartiere e del Municipio può senza dubbio contribuire ad individuarne altri.
Ma c’è di più: il mese di ottobre si presenta ricco di eventi per la città di Roma, un tempo chiamata dagli operatori del settore la “Hollywood sul Tevere” per via delle numerose attività legate al settore cinematografico. Dal 13 al 23 ottobre, infatti, Roma ospiterà il Mercato Internazionale dell’Audiovisivo e la Festa del Cinema. Si tratta di opportunità di sviluppo economico e culturale che la città non può perdere, e che possono ben integrarsi con la rinnovata attenzione accordata dalla Regione Lazio al settore, annoverato tra gli strumenti di promozione e rilancio della Regione sulla scena internazionale. Già dallo scorso anno, la Regione è impegnata nella promozione e valorizzazione delle attività cinematografiche e audiovisive, delle sale ed arene cinematografiche e dell’industria cinematografica e audiovisiva come strumenti di promozione culturale, economica e sociale del territorio. A tali istanze la Regione ha associato uno stanziamento finanziario di 27 milioni di euro che, unitamente ai fondi comunitari, mette a diposizione del comparto un budget pubblico pari a 62 milioni di euro per il triennio 2020-2022. Si tratta di risorse che, se ben investite, possono contribuire a sostenere e promuovere progetti di sviluppo ambiziosi, come, ad esempio, la riqualificazione delle numerose sale cinematografiche in abbandono presenti nel Municipio VII, anche nell’ipotesi di una loro riconversione a fini di sviluppo ed integrazione sociale e culturale.