Mobilità e Sicurezza Stradale: non creiamo divisioni su via Magna Grecia.

La notizia della “ciclabile su via Magna Grecia” sta facendo molto rumore e sta creando divisione tra i cittadini sui vari gruppi FB e non solo. Questo perchè lunedì scorso (10 maggio) c’è stata una riunione della Commissione Mobilità del Comune di Roma che prevedeva all’ordine del giorno la discussione della messa in sicurezza di questo tratto stradale.

Il tema della sicurezza stradale e della mobilità (su quali la nostra Associazione da tempo è impegnata attivamente) sta nuovamente diventando oggetto di sciocca disputa, allontanandosi sempre di più da quelli che dovrebbero essere i reali obiettivi della discussione: quello di potersi muovere in città riducendo il rischio di incidentalità e di mortalità diminuendo l’impatto ambientale.

Per questo vogliamo chiarire con questo articolo quale è la nostra posizione e che cosa abbiamo fatto e stiamo facendo sul tratto di strada in oggetto (per la precisione il tratto che va da piazzale Appio a piazza Galeria)

LE PREMESSE

  1. Una premessa necessaria al discorsi che andremo ad affrontare e che vale per tutta le città è che la sicurezza stradale è un problema principalmente infrastrutturale: le strade della nostra città, che invase dal traffico appaiono a chi guida “troppo strette” o “insufficienti” sono in realtà strade progettate male, senza criteri di mobilità e di sicurezza. Sono lingue di asfalto dalla sezione variabile, spesso “fuori misura” e senza quegli accorgimenti necessari per un loro corretto uso. L’idea alla base di questa progettualità (o meglio della sua assenza) è che più spazio c’è per il transito dei veicoli privati e meglio è, perché solo così si riduce “il traffico”. Questa idea consente invece tutta una serie di comportamenti dannosi per la mobilità e per la sicurezza stradale, esempio la sosta illegale che crea percorsi tortuosi per il flusso veicolare e riduce la visibilità della carreggiata a danno sia dei pedoni che dei veicoli. Ebbene, confutare questa idea -figlia di una visione sbagliata della mobilità- significa porre le basi per discutere di sicurezza stradale e di mobilità in altro modo. E’ vero esattamente il contrario: cioè che laddove le strade sono progettate per far muovere i veicoli non può esistere spazio concesso -ad esempio- per la sosta illegale (che come abbiamo detto riduce lo spazio a disposizione per il transito delle auto e aumenta il rischio di incidentalità per pedoni, veicoli a motore e biciclette). Una strada fatta per far spostare appunto tutte le utenze e non per far prevalere la legge del più forte
  2. I dati a disposizione su Roma indicano chiaramente che l’incidentalità stradale deriva essenzialmente da tre fattori: l’elevata velocità dei veicoli, il mancato rispetto della segnaletica e la “distrazione”. Questo ci spiega come mai su una strada come ad esempio quella di cui ci occuperemo un veicolo possa ignorare il limite di velocità pur essendo presenti numerosi attraversamenti pedonali (nei pressi dei quali il cds prevede di adeguare comunque la velocità in funzione della visibilità e/o presenza dei pedoni) e “non vedere” auto che sopraggiungono o pedoni che attraversano a causa della visibilità limitata dovuta alla sosta perenne in doppia o tripla fila dei veicoli. In questa “giungla” insomma è molto complicato parlare di sicurezza stradale.
  3. Un flusso veicolare disorganizzato come quello descritto qui sopra è un flusso a mobilità ridotta e questo comporta un aumento considerevole delle emissioni (più tempo un veicolo passa col motore acceso, più elevato è il rilascio nell’aria di agenti inquinanti). A Roma nel 2020 una rilevazione indipendente basata su 360 punti di campionamento ha evidenziato uno sforamento pressoché totale della soglia annuale di 20 μg/m³ che i ricercatori dell’OMS indicano quale valore da cui si verifica un impatto sulla salute umana. Sempre su base mensile, il 42% dei campionatori ha superato i 40 μg/m³, il 15% supera i 50 μg/m³ e il 5%, infine, supera addirittura i 60 μg/m³. E’ evidente che riprogettare una strada in termini di mobilità e sicurezza stradale allora ha anche un impatto elevato sulla salute pubblica e sul rischio di malattie, ricoveri e decessi. 

LE NOSTRE PROPOSTE

Sulla tratta via Magna Grecia, via Britannia, via Acaia e via Cilicia si riversa un flusso veicolare sia leggero che pesante di dimensioni importanti e non sostenibili considerando la zona a forte connotazione urbana. E’ una infrastruttura stradale non disegnata e non idonea ad ospitare un volume di traffico così elevato, aumentato a dismisura nel corso degli anni in modo esponenziale anche a causa dello scarso investimento a monte su modalità di trasporto alternative per l’attraversamento della città (treni urbani, tram, percorsi riservati per il TPL, nodi di scambio). Inoltre questa tratta è oggetto di superamento dei limiti di velocità,infrazioni semaforiche e di mancato rispetto della precedenza pedonale a qualsiasi ora del giorno e della notte. 

A ottobre 2020, dopo aver raccolto numerose segnalazioni e osservazioni da parte dei residenti abbiamo avviato un percorso di confronto con la Commissione Mobilità del Comune di Roma sulle possibili soluzioni per questo tratto di strada. Ragionando sul breve periodo, cercando quindi di dare una risposta immediata ai gravi problemi descritti sopra, abbiamo stilato insieme una serie di proposte fattibili. Queste prevedevano l’introduzione zona 40 Km/h, installazione pannelli informativi dissuasori a messaggio variabile, installazione tutor-velox per il controllo della velocità e un sistema del rilevamento delle infrazioni semaforiche (tipo vistared). 

Per ripensare invece le carreggiate, come abbiamo detto prima oggetto di sosta illegale in doppia e tripla fila, si era ragionato -nel breve termine- sulla possibiltà di mettere a sistema l’intervento ciclabile protetto completato fino a largo Brindisi  con l’altro asse ciclabile, quello che origina da Porta Metronia e si dirige verso il centro e verso il quartiere EUR. Questo coerentemente con gli obiettivi del PUMS e del Piano Straordinario per la ciclabilità voluto dal Comune di Roma. Il nuovo sezionamento della sede stradale avrebbe previsto quindi una più corretta dimensione delle carreggiate, adatto al transito dei veicoli e non alla loro sosta con un intervento minimo sulla infrastruttura. 

Non si tratta quindi una “riduzione tout court” ma di una razionalizzazione degli spazi che impatterebbe positivamente su mobilità e sicurezza stradale per tutti gli utenti della strada. Sarebbe ovviamente poi un intervento “leggero”, preliminare (e quindi non è la soluzione definitiva) perché sul lungo termine dobbiamo ovviamente pensare ad una riprogettazione complessa e strutturale di questo tratto stradale e dei problemi che lo rendono tale. 

IL NOSTRO ESPOSTO E LA RIUNIONE DI COMMISSIONE

Il 4 Marzo, dopo sopralluoghi, riunioni, richieste e proposte cadute nel vuoto abbiamo presentato -di concerto con la Fondazione Luigi Guccione, Vivinstrada APS e Marco Pietrobono ONLUS- un esposto alla Sindaca di Roma Virginia Raggi, Al capo della Polizia Locale Ugo Angeloni e al Prefetto Matteo Piantedosi chiedendo misure urgenti di contrasto e prevenzione della incidentalità stradale, delle infrazioni a CdS e dell’inquinamento acustico sul tratto di via Magna Grecia/Britannia/Acaia/Cilicia. Questo proprio a sottolineare l’urgenza di una azione immediata su questi problemi. La riunione di Commissione convocata lunedì scorso dunque è stato il primo segnale per l’avvio di un percorso che speriamo sia immediato. Perché la Città non può più attendere.